Quanto mi considero responsabile degli eventi che mi accadono, e quindi posso intervenire per cambiarli? Si chiama locus of control (luogo di controllo) e indica l’approccio verso la vita e le varie situazioni. Con le sfere di influenza vengono indicate gli ambiti sotto il mio pieno controllo, e che quindi posso modificare e quelli che non posso controllare ma di cui posso influenzare i risultati.

Nello scorso articolo abbiamo visto la sindrome dell’impostore, ossia quella forma di autosabotaggio in vari campi della vita – lavorativo, personale e anche sentimentale – dovuta alla mancanza di autostima, al non sentirsi all’altezza e per questo sentirsi come un impostore per i risultati ottenuti. E questo in tutti i campi della vita, per tutti i ruoli che formano la mia persona (professionista, compagna, amica…).

Per affrontare questo approccio limitante, abbiamo visto come devo rompere lo schema e cambiare prospettiva per raggiungere lo stadio di prendermi i meriti del mio successo, on relegare all’esterno i risultati che ottengo, ma considerarli direttamente conseguenti alle mie azioni.

Il locus of control

Ed eccoci, appunto, al concetto di locus of control (luogo di controllo), ossia il considerarsi o meno responsabili dei risultati e eventi della mia vita, se mi prendo la responsabilità di ciò che mi accade o se mi considero una vittima degli eventi.

Va vediamo più nel dettaglio.

“Di tutte le miserie umane la più amara è questa: conoscere così poco e non avere controllo su niente”

Erodoto

La definizione

Il concetto di Locus of control, o “luogo del controllo” fu teorizzato per la prima volta da Julian B. Rotter, nel 1954 [efn_note] Rotter J.B., (1954) Social learning and clinical psychology. New York, Prentice-Hall e Rotter J.B., (1966) Generalized expectancies for internal versus external control of reinforcement. Psychological Monographs, General and Applied, 80, 1 [/efn_note].

Rotter distingue fra Locus of controllo interno ed esterno in riferimento alle personalità degli individui a riguardo degli eventi.

In breve, esistono due categorie di persone.

    • Il locus of control esterno, si riferisce a chi considera gli eventi della propria vita sempre fuori dal loro controllo (e in mano al fato, destino, fortuna…).
    • Il locus of control interno rappresenta chi invece si prende la piena responsabilità di quello che gli succede. Gli eventi sono risultati delle proprie azioni e non di agenti esterni.

È quindi la percezione che si ha del proprio controllo sugli eventi.

Gli effetti

Chi ha un locus interno ricerca soluzioni autonome alla risoluzione dei problemi. Ha quindi un’alta motivazione e con una stabilità di base che gli permettono di mettersi alla prova. Riesce a gestire meglio lo stress perché si sente meno travolto dagli eventi.

Chi invece ha il locus esterno riporta sempre le cause all’esterno e come tale ricerca anche le soluzioni in altri, senza mettersi in gioco. Questo lo porta ad una grande instabilità e a dipendere sempre dagli altri. Tende a rimuginare e a sentirsi vittima e non agente delle azioni. “Capitano tutte a me” è un po’ il suo slogan, se vogliamo. Al contempo chi rientra in questa sfera, è più portato ad accettare gli eventi esterni, cosa più ardua per chi considera invece di poter controllare tutto (e qui mi ricollego a …, dove il saper accettare cosa non posso cambiare è indicato proprio come un’arte).

La via di mezzo però esiste.

Va sottolineato che non ci sono confini netti fra le persone, ci sono tendenze più o meno accentuate verso un atteggiamento o l’altro, ma in generale è una percezione di base nella quale si possono riconoscere vari approcci. Inoltre, nonostante il background e le origini abbiano un forte impatto sul locus of control individuale, questo può cambiare con il tempo verso una parte o all’altra, o in seguito a situazioni di vita.

Quando abbiamo un locus of control più flessibile, siamo più in grado di adattarci alle situazioni, distinguendo quelle in cui la nostra responsabilità può avere un impatto determinante e quelle in cui dobbiamo lasciar andare (vedi L’arte di accettare quello che non posso cambiare su come lasciar andare quegli eventi, situazioni o azioni di persone che non possiamo cambiare).

In alcuni casi è opportuno accettarla (non passivamente o in modo vittimistico, ma come obiettiva consapevolezza della realtà, necessaria per le azioni conseguenti) in altri, dove possibile, devo prendermi la responsabilità di cambiarla.

Le sfere di influenza

Qui ci colleghiamo direttamente al concetto di sfere di influenza, ossia il capire quali sono gli ambiti sotto il mio totale controllo, quelli che non posso controllare ma posso influenzarne il risultato (con il mio comportamento) e quelli invece su cu non posso agire in alcun modo.

Sfera del controllo

In questa sfera si trovano gli ambiti di cosa ho il pieno controllo e che posso quindi cambiare senza l’aiuto e l’intervento di altri. Questa è la sfera che maggiormente deve focalizzare il mio interesse e preoccupazione. Senza dubbio il me stessa, come reagisco agli eventi, è l’unico vero ambito di cui ho il pieno controllo: è la nostra sfera su cui posso agire e modificare a seconda degli eventi!

“Comandare a se stessi è la forma più grande di comando”

Lucia Anneo Seneca

Sfera dell’influenza

Nella sfera dell’influenza, non ho il completo controllo ma posso influenzare con le mie azioni e comportamento i risultati. In questo ambito devo cercare di aumentare e rafforzare la mia influenza, tenendo conto che possono incidere elementi esterni proprio perché non ne ho il pieno controllo. Per il Principio di Pareto (Legge 80/20) l’80% di ciò che si ottiene è dovuto soltanto al 20% di ciò che si fa, o meglio “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause”.

Quindi le nostre cause seppur limitate hanno un effetto molto più incisivo di quanto possiamo aspettarci, un po’ come l’effetto farfalla, insomma. E assumersi la responsabilità delle mie azioni e anche quella delle azioni nocive di altri se non ho fatto niente per contrastarle.  Il che non vuol dire considerarmi colpevole di azioni altrui, ma considerare la mia influenza come ago della bilancia. Ho visto appiccare il fuoco e non ho fatto niente.(vedi Ritorno al futuro ep. 2 – Rewind: eventi passati e nostra responsabilità)

proattività

Sfera fuori dal controllo e influenza

Nell’ultimo ambito, sia il mio controllo che la mia influenza non posso incidere: è assolutamente al di fuori e io non posso fare niente per modificare gli eventi. Questo ambito non deve quindi accentrare le mie preoccupazioni. Rientra appieno in quello che devo accettare proprio perché non posso modificarlo in alcun modo (vedi L’arte di accettare quello non posso cambiare)

Come rafforzare e ampliare il mio controllo e la mia influenza

Un semplice esercizio per capire cosa è sotto il mio diretto controllo e influenza, e come ampliare queste sfere è il seguente:

Fai una lista di cosa ti opprime, ti stressa o ti preoccupa in questo periodo.
Riportali poi su 3 fogli diversi, dividendoli fra:

    1. Quelli di cui hai il pieno controllo (nel foglio 1)

    1. Quelli di cui non hai il pieno controllo , ma puoi influenzare i risultati (nel foglio 2)

    1. Quelli che sono fuori dal tuo controllo e dalla tua influenza (nel foglio 3)

Indica per gli elementi nei fogli 1 (controllo) e 2 (influenza) le azioni che puoi fare per consolidare e/o ampliare il (controllo e l’influenza).

Adesso prendi il foglio 3: rileggilo. Poi getta via il foglio (cestinalo, distruggilo… brucialo, senza incendiare la casa o l’ufficio!).

Il capire cosa è sotto il mio controllo, e di cui quindi mi devo preoccupare, o cosa posso influenzare mi permette di focalizzare le mie energie ed emozioni in modo efficace e proattivo. Non mi perderò in recriminazioni o sensi di colpa per ciò che non posso modificare.

Proattività o reattività

Ci si basa sull’approccio proattivo, che va ben oltre dall’approccio reattivo.

Stephen Covey [efn_note] Stephen R. Covey “Le 7 Regole per Avere Successo”, “The 7 Habits of Highly Effective People” [/efn_note] definisce la proattività come “l’iniziativa e il senso di responsabilità necessari per far sì che le cose accadano”. E’ quindi l’elemento fondamentale per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo, in quanto è un modo di gestire ciò che ci accade o ciò che vogliamo che accada.

Covey continua dicendo che “Le persone reattive sono influenzate anche dal loro ambiente sociale, dal “tempo sociale”. Quando gli altri le trattano bene, si sentono bene; quando succede il contrario, assumono un atteggiamento difensivo e autoprotettivo. Le persone reattive costruiscono la loro vita emotiva intorno al comportamento degli altri, permettendo alle debolezze degli altri di controllare la propria vita. […]

Il linguaggio dei soggetti reattivi assolve da ogni responsabilità. “Io sono così. Sono fatto così e basta”. Io sono predeterminato. Non posso farci niente. (vedi Ritorno al futuro ep. 3 – Fast-forward: scelte e cambiamento]

Questo è alla base quindi di una leadership emotiva ed efficace. Non cerco di avere il controllo di tutto, ma cerco di capire cosa è nella mia sfera di controllo/influenza e cosa no e assumersene la responsabilità.

Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.”

Martin Luther King

E tu?

Hai mai pensato a come è il tuo approccio maggiormente,
se locus interno o esterno?

Quali sono le tue aree di controllo e influenza?

Commenta qui sotto, se ti va. I tuoi commenti arricchiranno l’approfondimento.

Come coach aiuto i miei coachees ad ampliare la loro sfera di controllo e influenza.

Se anche tu vuoi intraprendere un percorso per allargare le tue aree di controllo e influenza ed essere proattivo/a verso gli eventiContattami per la sessione gratuita: capirai se il coaching è quello di cui hai bisogno, e vuoi

 

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Locus of control e sfere di influenza: cosa posso controllare o influenzare?